Un "sillabario" fotografico che nel 1934 disegna un atlante del mondo contemporaneo, uscito in macerie dalla Prima guerra mondiale, e sull'orlo di un nuovo e ancor più distruttivo conflitto. Dal 1914 le cose e gli uomini sono sottoposti alla pressione di un'unica forza: il lavoro.
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Gli antichi ordinamenti - politici, giuridici, economici, etici - restano efficaci solo se funzionali al dispiegamento planetario del lavoro. Ogni cosa (uomo compreso) deve diventare materiale ordinabile, immagazzinabile e sfruttabile. Il carattere "imperiale" di questo "mondo mutato" dalla forza del lavoro non è governabile da nessun potere statale, da nessuna organizzazione politica, dittatura o democrazia, comunismo o liberalismo.