"Mi sono messo al servizio di Philippe Pozzo di Borgo perché ero giovane, giovane e coglione, perché volevo andare in giro su una bella macchina, viaggiare in prima classe, dormire nei castelli, pizzicare il culo alle borghesi e ridere dei loro gridolini soffocati. Non rimpiango nulla. Né le mie ragioni di ieri né l'uomo che ancora sono.
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Tuttavia ho preso coscienza di una cosa, mentre raccontavo la mia vita in questo libro; e cioè che finalmente sono diventato grande, accanto al Signor Pozzo, S e P maiuscole e tutto in grande: dalla speranza alla voglia di vivere, passando per il cuore. Ecco che divento lirico a mia volta, come l'astrattismo... Mi ha offerto la sua sedia da spingere come una stampella a cui appoggiarmi. La uso ancora oggi." Appena uscito di prigione, Abdel non aveva alcuna esperienza e tanto meno voglia di fare il badante a un aristocratico riccone, colto e raffinato come Philippe Pozzo di Borgo. Ma l'aristocratico riccone voleva proprio lui: tutti gli altri avevano troppi falsi pudori, erano troppo politically correct, provavano troppa pietà nei suoi confronti. Abdel no, non c'era proprio il rischio! E così è nata l'amicizia che ha incantato il mondo: due uomini senza speranza hanno ritrovato la forza e la gioia di vivere trasformando i loro handicap uno fisico, l'altro sociale - in irresistibile energia. Prefazione di Philippe Pozzo di Borgo.