Il Settecento è il secolo dei primati delle edizioni livornesi nell'arte dei tipografi e degli stampatori: i "libri proibiti" di Beccaria e Rousseau, l'"Encyclopédie" di Diderot e d'Alembert e molte altre celebri pubblicazioni conferiscono un ruolo di primo piano alla città nel quadro della produzione tipografica della penisola e oltre, grazie alla sua posizione geograficamente strategica e a una normativa favorevole. Livorno dunque porto di merci ma anche di idee.