domenica
11
maggio
BLL Grand Tour - Manoscritti foscoliani -
Viaggio virtuale nei tesori della Biblioteca Labronica : I manoscritti foscoliani.
Ben pochi sono a conoscenza, ad esclusione degli specialisti del settore, che presso la Biblioteca Labronica è custodita la raccolta manoscritta più importante di Ugo Foscolo.
Le Carte Foscoliane, conservate nella Sala Foscolo di Villa Fabbricotti, sono raccolte in 51 volumi di grande formato e rilegati in pelle, che includono tra una grande quantità di carte e foglietti ciò che è considerato il capolavoro del poeta, Le Grazie, Carme Ad Antonio Canova.
Intercalate fra le pagine, adagiate su speciali materiali di supporto e imbracate in modo da permettere un’agevole consultazione del documento, si possono ammirare le varie traduzioni dell’Iliade in cui il grande poeta si cimentò.
Numerose sono anche le lettere a vari destinatari: Ippolito Pindemonte, Federico Confalonieri, la contessa d’Albany, Silvio Pellico e altrettante missive a lui recapitate, tra cui quelle del fratello Giulio, quelle di Quirina Mocenni Magiotti, la sua Donna gentile o quelle ricevute da Giovanni Arrivabene. Vi sono minute autografe di lettere a Lucetta Frapolli, scritti del poeta dall’Inghilterra, oltre a carte con note di conti con librai, fornitori e documenti personali come passaporti, fede di nascita, contratti di locazione.
Nella stessa sala della biblioteca, sono conservati anche alcuni volumi appartenuti al poeta, quali il Vocabolario degli Accademici della Crusca, che il Foscolo postillò nella seconda edizione veneziana del 1763 ed una edizione livornese del 1807 della Divina Commedia. Entrambe le opere, donate dal Foscolo a Quirina Mocenni Magiotti, pervennero alla Biblioteca Labronica per lascito di Gino Capponi e Pietro Bastogi.
Il tortuoso percorso delle carte del grande poeta, che costituisce uno dei tesori più preziosi delle collezioni civiche, ebbe inizio nel 1812 durante il suo soggiorno fiorentino. Qui, frequentando il salotto della contessa d’Albany e tramite Leopoldo Cicognara, Foscolo conobbe Quirina Mocenni Magiotti, la Donna Gentile, con cui il poeta intraprese una relazione sentimentale. E’ a lei che il Foscolo lasciò, prima della partenza da Firenze nel 1813, un fascio di carte tra cui il primo abbozzo delle Grazie.
Fuggendo in Svizzera dopo l’occupazione da parte delle truppe austriache di Milano, il poeta lasciò gran parte delle sue carte all’amico Silvio Pellico il quale riuscì in un secondo momento e solo in parte a recapitargliele in terra straniera. Da questi documenti Foscolo non si distaccò più se non dopo la sua morte, avvenuta a Londra nel 1827. Fu allora infatti che la figlia Floriana ne affidò l’intero nucleo al canonico Don Miguel Riego, che aveva assistito il poeta nel suo ultimo periodo di vita. Solo nel 1835 Enrico Mayer e Pietro Bastogi riuscirono ad acquistare da lui il baule contenente i rari manoscritti del poeta e a spedire due anni più tardi il prezioso carico a Livorno, dove fu preso in custodia prima da Giuseppe Mazzini e poi dall’Accademia Labronica. Quando nel 1852 tutto il patrimonio bibliografico dell’Accademia passò all’amministrazione comunale, anche le carte foscoliane confluirono nella nascente Biblioteca Labronica. Già parzialmente ordinate e classificate, furono descritte solo all’inizio del nuovo secolo, nel catalogo redatto nel 1902 da Francesco Viglione, ancora oggi considerato uno degli strumenti più completi per chi intenda affacciarsi allo studio e all’analisi del grande poeta.