È l'estate del 1953 e sull'isola di Martha's Vineyard, in un'elegante zona residenziale chiamata l'Ovale dove trascorre le vacanze la ricca borghesia afroamericana, fervono i preparativi per le nozze della giovane Shelby Coles, figlia minore di un'eminente famiglia di medici.
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La scelta della ragazza di sposare Meade, un musicista jazz lontano dalla sua famiglia per estrazione sociale, ha suscitato molte perplessità nei Coles, in particolar modo nel padre, un medico rispettato a suo tempo convolato a nozze con la donna che la società ha ritenuto adatta a lui, e nella nonna di Shelby, una donna bianca, erede di una enorme piantagione del Sud, che circostanze imprevedibili e drammatiche hanno allontanato dalle proprie origini. Shelby è decisa ad andare oltre le aspettative della sua famiglia per sposare l'uomo che ama: le sue certezze vengono però messe in crisi dall'arrivo di Lute McNeil, padre di tre bambine e alle soglie del terzo divorzio, che ha deciso di trascorrere le vacanze in una casa dell'Ovale e che con il suo corteggiamento la spinge a interrogarsi sulla propria identità e sulle proprie convinzioni. Il matrimonio diventa così l'occasione per ripercorrere la storia di una famiglia, e con essa quella di un conflitto razziale che ha attraversato intere generazioni: dalle piantagioni del Sud degli Stati Uniti, dove la schiavitù era legge, lungo la guerra di secessione, fino alla nascita della borghesia afroamericana colta e benestante, viene raccontato il cammino di uomini e donne che, con sacrifici e determinazione, sono riusciti a far studiare i propri figli e a dare loro un futuro diverso. Un romanzo con una serie di personaggi che riescono a rappresentare la complessità delle differenze e dei pregiudizi.