Dall'archivio della memoria - che ama definire grande album di famiglia - Buscarino ha tratto una storia fotografica assai inconsueta di Moni Ovadia.
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Non vuole porsi come un distaccato narratore né soltanto documentare un itinerario artistico o biografico: l'approccio è quello di un uomo che propone la sua visione di un altro uomo, in un percorso che procede al presente verso il passato perché, dice Buscarino, "diventiamo quello che siamo".