Entrate nel Cenacolo di Santa Apollonia, ponetevi di fronte all'Ultima Cena di Andrea del Castagno e capirete cosa volevano dire, per i fiorentini del Quattrocento, l'ordine spazioso di Filippo Brunelleschi, l'ornata prospettiva dell'Alberti, il sogno dell'Antico che torna a splendere, il primato dell'Uomo inteso come centro dell'Universo creato da Dio, come misura di tutte le cose. L'unità di luce e di spazio che si riscontra nel Cenacolo ha fatto considerare quest'opera come la più sapiente illusione della realtà dell'intera stagione rinascimentale.