«I miei rapporti con la musica godono di una certa fama, mi son sentito mezzo musicista, ho trasferito nel romanzo la tecnica della tessitura musicale... ma per scrivere il romanzo di un musicista ci vuole la cultura specifica. Ho bisogno di dettagli del tutto peculiari, e non posso ottenerli che grazie a un intenditore straordinario come Lei.
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» Thomas Mann è perso nell'avventura del Doctor Faustus, romanzo di un patto diabolico per la conquista di una musica del futuro e dell'immaginazione senza limiti, e scopre in Theodor Adorno un consigliere inatteso quanto ideale. E il 1943. Tra Pacific Palisades e Los Angeles, sulla West Coast americana diventata rifugio di molti esuli illustri della Germania non più patria felice, nasce l'intesa profonda e il rapporto stretto, colto e affettuoso tra lo scrittore tedesco «non amato» dai tedeschi e il più grande filosofo della musica moderna. Il compositore Leverkùhn non sarebbe lo sbalorditivo visionario del Doctor Faustus senza il «consulente» Adorno, ma il dialogo, che riaffiora in questo carteggio inedito in Italia, ramifica presto in ogni direzione: l'America, il dopoguerra, Norimberga, il maccartismo, le ansie della seconda emigrazione, le ironie su «Riccardino Strauss», le polemiche con Schònberg che si sente defraudato della paternità dodecafonica, la riapertura di Bayreuth.
Un dialogo che rimarrà alto fino al 1955, con l'ingresso di Mann 'nell'era della Montagna incantata' e la sua rapida morte.