Uno studio sulla guerra che seguì la proclamazione dello Stato d'Israele nel 1948, che analizza le responsabilità individuali e nazionali che portarono all'esodo di massa dei palestinesi. Il saggio illumina le modalità in cui quell'esodo si svolse e presenta i documenti che spiegano la questione dei profughi palestinesi.
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Racconta la nascita di quel filone storiografico che ha spinto gli studiosi israeliani a riesaminare, oltre i miti del sionismo e del nazionalismo ebraico, la realtà della fondazione di Israele. Morris rivede il 1948 con lo sguardo rivolto all'attualità e con la convinzione che senza una completa separazione "ci sarà una guerra perpetua finché uno dei due popoli rivali verrà gettato in mare o nel deserto".