Ripubblicare oggi i capitoli XV e XVI della Storia di Gibbon ha il senso di una riscoperta in chiave liberale del metodo, dei principi, della cultura, delle origini stesse di un filone di pensiero costituzionalmente europeo che, confrontandosi in primo luogo con la religiosità, ma soprattutto con la tradizione giudaico-cristiana, costruiva il proprio orientamento laico e repubblicano, nell'interesse per una concezione dell'ordine sociale in cui la libera cooperazione di individui razionali e agenti creasse benessere e progresso, condizioni, queste, inconciliabili - e Gibbon lo dimostra - con una rigida e fustigata etica religiosa. Nella crisi della contemporaneità il metodo razionale e l'analisi critica di ogni oscurantismo e fanatismo adottati da Gibbon in queste pagine sembrano allora riacquistare vigore e necessità come strumenti di civiltà e dialogo.