La storia della scienza sembra spesso mettere insieme quanto la storia ha di più noioso e la scienza di più astruso. Si impone dunque la necessità di una storia "sentimentale" dell'impresa scientifica, che riveli quanto l'apparentemente freddo lavoro dello scienziato dipenda in realtà dal turbine degli affetti.
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In essa il lettore incontrerà matematici persiani che risolvono equazioni ma anche cantano le lodi del vino, maestri che svelano i principi della filosofia naturale ma velano i propri morbosi amori, un Newton che fabbrica aquiloni esplosivi, un Voltaire che mozza la testa di una dozzina di lumache. Ne emerge una storia della scienza avvincente e al tempo stesso più istruttiva di ogni versione ufficiale delle conquiste del genio scientifico.