Il 26 aprile 1478, Lorenzo de' Medici e suo fratello Giuliano, i giovani signori di Firenze, sono aggrediti nel duomo durante la messa: Lorenzo trova scampo nella sacrestia, Giuliano cade sotto i colpi dei suoi assassini, diciannove pugnalate lo lasciano a terra senza vita.
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Fuori dalla chiesa i seguaci dei Medici riprendono il controllo, la folla si abbandona alla giustizia sommaria e la famiglia Pazzi, considerata la principale responsabile del tentativo di colpo di stato, viene bandita per sempre dalla città. Ma chi ha armato le mani dei congiurati? Chi ha ordito questo delitto terribile che rischia di sconvolgere il delicato equilibrio politico di quel mosaico di città-stato che era l'Italia del Rinascimento? Un rompicapo storico rimasto irrisolto per oltre 500 anni, fino a quando Marcello Simonetta è riuscito a violare il codice di una lettera cifrata che il 14 febbraio 1478 il duca di Urbino, Federico da Montefeltro, invia a Roma e che rivela il suo coinvolgimento in una congiura architettata con papa Sisto IV per sovvertire la Signoria di Firenze. Alla luce di questa scoperta lo scenario cambia completamente: l'attentato è l'atto culminante di un piano che vuole ridisegnare la mappa del potere in Italia. L'autore, discendente di uno dei protagonisti di quegli eventi, Cicco Simonetta, cancelliere degli Sforza dal 1450, ricostruisce in questo libro gli antefatti e le conseguenze di quegli eventi in una narrazione che assume i contorni di un avvincente thriller ambientato tra splendidi palazzi, ricche corti, raffinati artisti e mille torbidi misteri. Con un ulteriore colpo di scena ad attendere il lettore: il codice Botticelli, la chiave per scoprire il significato nascosto degli affreschi botticelliani della Cappella Sistina e per cogliere la raffinata crudeltà dell'ultima vendetta dei Medici. Un saggio documentato e originale che si legge come il più appassionante dei romanzi storici.