Lo studioso, che è attualmente (secondo Gustavo Costa) uno fra i più originali interpreti dello scrittore settecentesco, analizza criticamente opere quali «Filippo» e «Mirra», e illustra il mito, da lui coltivato, della Toscana culla dell’italiano letterario, l’aura e il senso particolare delle sue «dimore», la sua ricezione in Germania, e un aspetto particolare della fortuna di Alfieri: la sua metamorfosi da autore a personaggio e protagonista di opere letterarie.