Ogni "scelta" medica, nell'interesse primario del malato, andrebbe fatta con "scienza e coscienza", in autonomia e responsabilità, disponendo di più possibilità razionali. La vera sfida non è amministrare la libertà di un medico ma educare la medicina affinché esprima una cultura pragmatica della convenienza.
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Educare alla scelta conveniente vuol dire educare il medico al giusto, al bene, al meglio ma rispetto a circostanze concrete, ordinarie, contingenti. Liberare o amministrare la scelta medica: da questa alternativa dipendono due tipi diversi di medicina e, in definitiva, il grado di civiltà della nostra società.