Anno 1822. In un’Europa oppressa dalle forze reazionarie, la penisola iberica è un orizzonte intriso di esotismo che attira nuove generazioni di spiriti liberali. Tra questi, c’è un protagonista del nostro Risorgimento, un conte milanese dalla mente vivace e dalle idee nette che viaggia da esule attraverso Spagna e Portogallo per sottrarsi alle persecuzioni degli austriaci.
[...]
Il suo nome è Giuseppe Pecchio e, benché sia un abile spadaccino, decide di combattere di penna annotando con stile giornalistico il suo apprendistato di libertà. Le diciotto lettere che compongono l’«opuscolo rivoluzionario» Tre mesi in Portogallo nel 1822 dimostrano come sia possibile ancora oggi perseguire ideali di indipendenza e partecipazione, e ci restituiscono la cronaca di un viaggio alla scoperta dei primi germogli del pensiero democratico, al contempo socialista e liberale, destinato a spazzare via gli ultimi baluardi della società feudale.