Questo romanzo ha come protagonista uno sguardo; gli occhi di cui esso abbisogna per esistere sono neri, femminili, incastonati nella cavità ombrosa di un palco, ma gli occhi al centro di questo romanzo conoscono una sola arte: guardare fissamente, e nulla sappiamo di colei la cui esistenza sembra avere un unico scopo: indossarli.
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Senza quello sguardo tutto scivolerebbe via quieto per Vulpius, giovane attore presso il Teatro Municipale di una piccola città del Nord; ma sapersi riflesso nello specchio di iridi incapaci di distrazione, e che sembrano la somma di tutti i misteri, spinge Vulpius verso un "cul de sac" tra i più pericolosi, il punto topico in cui si apre l'invalicabile vuoto che separa chi è guardato da chi guarda e l'attore dallo spettatore.
