Sullo sfondo di un'epoca inquieta e tumultuosa emerge la figura di Erasmo, il filosofo e umanista olandese nato a Rotterdam nel 1466, autore del celebre "Elogio della follia" e fra i massimi ispiratori del pensiero moderno.
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Zweig lo mostra pusillanime, debole nel fisico e nei nervi, ma soprattutto di statura gigantesca nel lavoro intellettuale: ingegno preciso e brillante, viaggiatore infaticabile, spirito libero e senza partito. Erasmo è stato filologo, teologo e pedagogo. Ha amato poesia e filosofia, i libri e le opere d'arte, i linguaggi e i popoli, confidando nel progresso dell'umanità in virtù della ragione e della cultura. Ha veramente odiato una sola cosa: il fanatismo. E per questo motivo ha avuto come antagonista naturale Martin Lutero.