Mafia, parola di origine italiana, è ovunque nel mondo sinonimo di criminalità organizzata. Ma i due concetti non coincidono esattamente. Le attività criminose assumono infatti una forma organizzata dove ci sono mercati illegali da sfruttare (droga, prostituzione, racket, giochi d'azzardo).
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Le mafie invece tendono a realizzare il loro controllo su un territorio e, a volte, sono così potenti da sfidare gli ordinamenti statali. La mafia siciliana è la più antica di queste associazioni criminali - sorge appena dopo l'Unità d'Italia - e, negli ultimi cinquant'anni, ha detenuto un potere tale da costituire una seria minaccia per lo Stato. Ha esercitato le funzioni che contrassegnano la sovranità territoriale: con il monopolio della violenza, realizzando enormi profitti tratti dalle principali attività economiche e disponendo di un apparato repressivo spesso più efficace di quello dello Stato italiano. Non è però l'unico modello di mafia: oggi sono attive nel mondo imprese criminali quali le mafie sorte dalla disgregazione dell'ex URSS, i ''cartelli'' colombiani dediti al commercio della droga, le ''triadi'' cinesi e la Yakuza giapponese, tutte altrettanto pericolose per l'integrità dei paesi in cui operano. Un volume che contribuisce a delineare il panorama del Novecento con uno dei suoi fenomeni più inquietanti.