"Cumae" è il quarto libro di Michele Sovente, ma il primo in cui trova compimento il trilinguismo di una poesia di volta in volta scritta in italiano, latino e in dialetto.
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La straordinaria esperienza di questa lingua "una e trina" è il mezzo con cui Sovente penetra nel territorio flegreo: tra figure ancestrali e creature che attraversano il tempo, tra echi di un passato imperiale e un presente di speculatori, la raccolta dà voce a uno spazio antico e contemporaneo, osservatorio privilegiato per affrontare una crisi della Storia che si configura, allo stesso tempo, come crisi della comunicazione e del linguaggio.