“Avevi in dono di salvare il mondo con le tue stesse lacrime e, invece, condannasti te stesso a causa delle lacrime del mondo, che rinnovavi, in ogni tribunale, nei processi, con le torture.”; così parla Satana al Grande Inquisitore.
[...] Provocato dalle incalzanti accuse del suo più grande avversario, l'Inquisitore, inflessibile castigatore di eresie ma uomo al contempo “certo e turbato”, instaura un confronto serrato con le anime degli inquisiti e si trova costretto a fare i conti con il pensiero vivo, sofferente e acuto delle vittime della “Santa”. La sua indagine interiore diventa pretesto per ricostruire processi, accuse, liberazioni e morti. Rivivono così la storia del vescovo marrano Pedro de Aranda, la vicenda delle streghe di Salem e la terribile tortura subita da Tommaso Campanella.
In una estenuante sfida narrativa e teologica in cui si scontrano amore per la Chiesa e rispetto della verità, emergono le luci e le ombre di un fenomeno che non ha mai smesso di interrogare le coscienze.