In questo volume, che raccoglie gli atti dell'omonimo convegno di Vercelli, appare evidente il paradosso che spesso il Medioevo istituì tra la realtà e la sua proiezione simbolica, facendo sì che quest'ultima desse alla prima significato e forma.
[...]
Nel quadro di questa complessa metafora si collocano i saggi che compongono l'opera, da quello sul culto dei santi invocati per scampare a malattie epidemiche, allo studio e descrizione del mappamondo di Vercelli, all'analisi dei Sacri Monti come "duplicazioni" dei Luoghi Santi gerosolimitani; dallo studio dell'opera letteraria di Tasso come rappresentazione di una "salita" alla Città Santa, alla retorica del paesaggio dantesco, ai pellegrinaggi medievali, alle rappresentazioni cartografiche.