Silloge organica di saggi dedicati al tema letterario della "finestra" come simbolo di evasione e barlume di speranza offerta all'uomo dal carcere esistenziale, il libro si propone una duplice finalità.
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Da una parte vuol delineare la storia di un'immagine allegorica che, sorta nella letteratura europea tra Otto e Novecento, si riverbera, con esiti imprevedibili, nella prosa di Moravia e nelle epifanie liriche dell'ultimo, angosciato Pavese. Dall'altra tenta d'identificare le leggi di strutturazione psicoanalitica dell'universo immaginario legato alla "finestra", divenuta un archetipo collettivo di spazi e chiusure, di prospettive libere o anguste che si correlano, in un rito junghiano, alla dimensione degli interni di una casa.