Nell'agosto 2001 Lydie Violet scopre di avere un cancro al cervello. Lavora in una casa editrice, è divorziata e ha due bambini. È la fine di tutto? Certo, è la fine dell'inconscia (e illusoria) sensazione di immortalità che ci permette di vivere, dello spreco sbadato del proprio tempo, delle facilitazioni di una società costruita su misura per la gente "sana".
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Ma quest'esperienza straordinariamente violenta, in cui è sempre presente l'idea della propria scomparsa, insegna molte altre cose. La storia vera di una donna di fronte alla sua malattia mortale: scritta a quattro mani con un'amica, e senza la certezza di riuscire a portarla a termine. Senza retorica, ma con rabbia e humour.