Se "il compito dei critici è di sbagliare... per dar luogo ad una approssimazione migliore", Pampaloni è fuor di dubbio uno dei pochissimi a disattendere felicemente la massima da lui stesso enunciata.
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Dopo la sua cinquantennale militanza di recensore, ciò che è ancora possibile dire sulla nostra letteratura del secondo Novecento non corregge quelle letture, ma ne scandisce la giustezza e l'imprescindibilità. Lo conferma la prima, vasta raccolta dei suoi scritti, che salva dalla dispersione un patrimonio critico tra i più cospicui, restituendo al lettore, insieme con la presa diretta sui classici venturi, allora freschi di stampa, anche i bagliori di un ingegno vivo, speso in libertà da appartenenze accademiche e partigianerie.
Geno Pampaloni (1918-2001), stretto collaboratore di Adriano Olivetti a Ivrea negli anni cinquanta, poi direttore editoriale di Vallecchi ed Edipem, fu soprattutto un instancabile pubblicista.