Un'introvabile pantera dal respiro profumato: è questa l'immagine con cui Dante definisce l'oggetto della propria ricerca nel "De vulgari eloquentia", il trattato dedicato al problema della lingua poetica italiana.
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Un libro che rievoca con esplicito orgoglio le esperienze letterarie di gioventù del suo autore, sancisce il trionfo del "nuovo stile" e che soprattutto non smette di affascinarci per l'intelligenza e la capacità dantesche di anticipare tutte le questioni che hanno caratterizzato la nostra modernità, dalla storia della lingua a quella letteraria, dalla metrica alla filosofia del linguaggio. Questioni che il puntuale commento di Giorgio Inglese contribuisce a sottolineare e a chiarire in maniera perfetta.