Per l'umanista quattrocentesco Maffeo Vegio, l'idea di fondere ideale classico e ideale cristiano fu come un impegno dettato dal suo stesso nome latino Vegius, che diventa Vergilius unendosi a "Religiosus Laudensis Insignis".
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Questo "Supplementum" completa l'"Eneide" con un Libro XIII "postumo", in raffinati esametri latini degni del capolavoro virgiliano. E' un'apoteosi di Enea che incontra figure nuove ricche di "umano sentire" e viene assunto in un firmamento assai somigliante al Paradiso, mentre si prefigura il sorgere di una stirpe "romana". Maffeo Vegio compose il "Supplementum" nel 1426 (quando aveva solo 20 anni).