L'ingegnere minerario Franzisko K., ebreo senza nome e senza patria, arriva in un villaggio di frontiera tra la Spagna e il Portogallo posto su gallerie sotterranee e battuto dai venti del sud. Spiato dalla polizia politica, K.
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consuma la sua lenta metamorfosi di creatura senza patria e senza famiglia circolando di giorno per i labirinti che scava instancabilmente e di notte chiudendosi in casa a disegnare insetti e a bere acquavite, fino a perdersi in un lento deliquio solitario e ossessivo. Il racconto appartiene alla raccolta A República dos Corvos, in cui in vari modi emerge la passione zoantropica di José Cardoso Pires, che combina caratteri umani e animali con spregiudicatezza crassa o sottile, ma mai greve e sempre stimolante.