Che succederebbe se, prima ancora che multiplo o univoco, l'io fosse doppio? La figura filosofica dell'homo duplex evoca uno scenario in parte diverso. Platone aveva già fatto i conti con questa possibilità. In tempi a noi più vicini, sono tornati a misurarsi con essa autori come Boerhaave e Buffon, Baudelaire, Plessner e Durkheim - ma anche il Woody Allen di Zelig o i registi di Matrix.
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Una riflessione sul duplice che è in noi può aiutarci a comprendere il modo in cui conosciamo o esperiamo il mondo che ci circonda, entriamo in rapporto con un'alterità, attraversiamo e viviamo universi di significato differenti tra loro, eppure a noi così familiari.