«La suprema felicità umana è di esser ricco e di aver successo tra gli uomini, di imperare sugli altri e largamente disporre di tutti gli umani godimenti. Orbene, cento gioie umane equivalgono a una sola gioia dei Mani che hanno raggiunto la loro sede, e cento gioie dei Mani giunti alla loro sede equivalgono a una sola gioia del mondo dei Gandharva.
[...]
Cento gioie dei Gandharva equivalgono a una sola gioia degli dèi per merito, in quanto ottengono la divinità in virtù delle buone opere, e cento gioie degli dèi per merito equivalgono a una sola gioia degli dèi per nascita, [la quale è premio] del brahmano sincero e privo di desideri. Cento gioie degli dèi per nascita equivalgono a una sola gioia del mondo di Prajàpati, [la quale è premio] del brahmano sincero e privo di desideri, e cento gioie del mondo di Prajàpati equivalgono a una sola gioia del mondo del brahman, [la quale è parimenti premio] del brahmano sincero e privo di desideri. E questa è la suprema beatitudine, o gran re; questo è il mondo del brahman ».