"Paranza" è un piatto di racconti alla livornese dosato con umorismo, tutto da gustare: da nonna Rosa che esige il gelato nel "bisquì" al nonno che ha voglia del "conigliolo" e si ritrova sul tavolo un chihuahua; dalla prima notte di nozze funestata dallo Chanel al ritmico amplesso dei vicini che risuona ne "La chiostra". Ma non si ride soltanto.
[...]
C'è anche il sogno che si concretizza in passioni furtive e il ricordo di chi muore attraverso un vaso di gerani. È proprio in questi casi che il racconto, con poche e accurate parole, si fa poesia. Le donne sono ritratte a pennellate sapienti che ce le restituiscono vive e veraci. Così ci si ritrova a chiacchierare nell'acqua dell'Accademia o si intuiscono tragiche violenze domestiche dietro un semplice gioco a palla. Ciò che resta nella rete del quotidiano fa paranza e diventa materia di scrittura. Perchè per i momenti speciali, quelli "che ti fanno ribollire tutto dentro" basta davvero poco. Del resto "dà soddisfazione anche far rinascere una pentola": ed è da questa soddisfazione che si dipinge un racconto.