Alfred Doblin (1878- 1957), medico sperimentale e scrittore nato a Stettino da genitori ebrei, è cittadino francese già dal !936.Teorico misconosciuto del romanzo moderno tedesco, è autore di uno dei capolavori del Novecento tedesco, Berlin Alexanderplatz.
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Questo grande maestro di stile, di cui Gùnter Grass si è detto allievo, ha evidenziato nella molteplicità della sua opera un unico, lungo filo conduttore: la ricerca del divino e del sacro, nel suo mai sopito interesse per la filosofia e per la religiosità, cinesi e indiane prima, cristiane poi.
La conversione al cattolicesimo, avvenuta negli anni dell'esilio, non appare più come un evento svincolato da una fervida maturazione interiore, ma come una naturale conseguenza dei numerosi segni premonitori sparsi nella sua opera e nella sua biografia. Il giovane lettore di Nietzsche, il narratore inizialmente intinto di vaghi accenti espressionistici e surrealistici, aveva colto già involontariamente i segni di una religiosità intrinseca, per giungere negli anni tardi, dal 1946 al 1950, ai suoi «discorsi religiosi», frutto dell'appassionato, per quanto tormentoso, confronto con gli scritti della patristica e dell'opera di Kierkegaard e, non ultimo, dei profondi lutti e della malattia che segnarono la sua esistenza.