Non soltanto un libro sulle ultime installazioni di un grande artista, ma anche sul suo rapporto con Luzzara (Reggio Emilia), il paese dove Parmiggiani è nato: sorgente dell'universo spirituale del suo lavoro, una sorta di personale "Antologia di Spoon River" che spiega il formarsi dell'opera d'arte.
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Un libro diverso dai molti scritti dedicati a Parmiggiani, testi eminentemente colti, pertinenti, chiavi diverse per un'opera ricca di senso, per un'arte meditativa, dalla profonda valenza civile, concepita come un atto di resistenza dello spirito. Il settecentesco e scenografico Palazzo Fabroni riapre oggi, dopo alcuni anni di restauri, per accogliere questa mostra che costituisce uno dei più alti e rigorosi raggiungimenti dell'artista. Dodici sale ospitano altrettante nuove opere, che in virtù dei loro sotterranei legami concorrono a configurarsi come un'unica grande opera, un unico oggetto mentale, un autentico viaggio interiore, dove gli stessi materiali (latte, sangue, ferro, vetro, marmo, carta, cenere, cera, gesso) hanno la capacità di divenire motori di immaginazione. Nella mostra di Pistoia assume infine un valore centrale un'opera del 1998, "Porto", dove l'impiego di enormi lastre di vetro frantumate dà luogo ad un'immagine spettacolare, percorsa da grande forza distruttiva e pervasa da un sentimento di profonda drammaticità.