Il Mendicante ingrato fu pubblicato per la prima volta nel 1898 a Bruxelles per i tipi di Edmond Deman. Non si tratta di un vero Diario intimo, piuttosto di un estratto di questo. Quando, nel 1895, Bloy decide di ricavare, dal suo journal intimo, un Journal letterario deve lavorare a fondo il manoscritto, ridurlo di tre quarti.
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Un'idea lo guida in quest'opera di montaggio: quella della concentrazione, della sintesi combinatoria, per il cui mezzo ricavare, dal rilievo quotidiano de dati, il tipo, dalla profusione sempre diversa degli accadimenti, la legge, dall'informe del relativo, l'assoluto della Forma. Nel passaggio, dal prospettato titolo di Un mendiant. Un mauvais pauvre, al titolo definitivo di Le Mendiant ingrat è insito il passaggio dalla cifra al codice che espunge da sé tutto quello che non è cifrabile. Il testo guadagna in densità e intensità, in rigore dimostrativo, in omogeneità ciò che perde di pittoresco aneddotico, di contrasto coloristico, di insignificanza gratuita. Questa del Mendicante ingrato è riscrittura esegetica della notazione fatta sul continuum della vita. In letteratura, come in tutto il resto, ciò che dapprima affiora allo spirito è mediocre quasi sempre. Necessita di una lunga "cottura", una distillazione dell'inerte, del transitorio. Dal manoscritto al testo questa distillazione alchemica si è realizzata. Grazie ad essa "il mendicante camuffato" ha lasciato "dietro di sé un grande tesoro di conforto".
(E. Jùnger)