Il testo, articolandosi in ventidue piccole narrazioni, descrive eventi, situazioni, persone impresse nel ricordo di Benasayag che, scrivendo da esule in Francia, torna al tempo che brucia della sua prigionia durante il regime dittatoriale argentino. L'arresto, il primo choc della tortura, la privazione totale del potere di parlare, camminare, andare in bagno.
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Anche le esigenze elementari del corpo sono costantemente represse, le relazioni con i compagni vietate, la dignit` personale volontariamente umiliata. C'h un sistema razionale perverso dietro l'atto della tortura e dell'internamento in generale, che mira alla disintegrazione della personalit` e al disprezzo di si, di quello che si h e di quello che resta di si. Una riflessione intensa e quantomai attuale sulla giustizia, la speranza, il dolore e soprattutto il senso di essere uomini di fronte al sadismo dei carnefici.