Un uomo al Castello di Vàclav Havel si articola strutturalmente in tre generi diversi: un libro-intervista con Karel Hvizd'ala che rende conto dei motivi profondi che caratterizzarono la celebre Rivoluzione di Velluto del 1989, con interessanti riflessioni sul potere, il mercato, la globalizzazione, il ruolo dei partiti e delle istituzioni, nonché pagine suggestive sulla vita privata di Havel.
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Egli accompagna le domande e le risposte dell'intervista con fogli del suo diario personale scritto durante il lungo soggiorno a Washington nel 2005, diario che è attraversato da una capacità introspettiva vicina all'autoanalisi che non nasconde le fragilità dell'Autore, e da un sottile e delizioso humour. Il famoso scrittore-presidente inserisce tra queste pagine anche gli appunti di lavoro rivolti ai collaboratori; emergono dal volume giudizi schietti sui politici al vertice della Repubblica ceca, ma ^anche sui Bush e Ì Clinton, Gorbacev e Putin, Kohl, Blair, e altri; di Giovanni Paolo II parla con ammirazione. Si tratta di un'opera straordinaria e originale, sia dal punto di vista politico che letterario e umano, caratterizzata dallo strumento del collage. Scrive a questo proposito Havel: "Qualcuno forse si meraviglierà perché in questo libro salto da un periodo all'altro. È esattamente lo stesso motivo per cui lo fa il drammaturgo e ancor più il romanziere: tutte le cose sono in relazione fra loro; qualsiasi cosa di un periodo fa riferimento ad un altro precedente o successivo; tutto è in qualche modo reciprocamente intrecciato e uno dei modi per toccare la trama nascosta della vita è il collage, che combina cose apparentemente non correlate in modo che alla fine le interrelazioni e il loro vero significato emergano meglio di quanto possa fare una cronologia meccanica o un altro principio dì successione temporale che sopprime la casualità. Almeno questa è la mia intenzione". L'Editore Santi Quaranta è onorato di poter pubblicare quest'opera singolare di Havel, del quale, in anni lontani, ha letto alcuni testi editi allora dalla dì Bologna; immediatamente, ha provato affetto e stima per la personalità dell'Autore, per il suo pensiero indipendente e per una contestazione al marxismo, proposta con la virtù della mitezza, da cui poi è derivata la pacifica Rivoluzione dì Velluto; è stato poi affascinato dal suo talento letterario, dall'alta coscienza morale e dalla sua grande umanità.