Il libro ripercorre la stagione degli anni di piombo secondo una prospettiva inedita, quella offerta dalla "lente" cinematografica. L'itinerario si snoda attraverso l'articolata e sofferta relazione tra il cinema e i terrorismi, nel contesto più generale della violenza politica nell'Italia degli anni '70.
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Nell'intento di guardare la realtà per come il grande schermo la rappresenta, si vuole affrontare la "tragedia della ragione e della rabbia" che ha aperto la via alla lotta armata, esaminandone le diverse declinazioni ideologiche, le implicazioni umane e psicologiche, le conseguenze sul piano sociale e politico, avvalendosi dell'ampia mole di film legati a vario titolo a quella stagione. Se anche il grande schermo si è talvolta conformato a un "pensiero unico" che si è sottratto a un reale confronto con le motivazioni di quel fenomeno, la filmografia presa in esame testimonia l'ampio sforzo del cinema popolare, come di quello colto, di fotografare e interpretare le tensioni e i drammi che hanno sconvolto il Paese sotto forma di violenza politica tra "opposti estremismi" di vero e proprio terrorismo, di stragismo e di piani eversivi originati da sezioni deviate dello Stato. Una serie di saggi monografici di giovani studiosi, testimonianze di ex terroristi, scrittori e cineasti sono parte integrante del volume, contribuendo a mettere a fuoco le zone più nevralgiche del dibattito, approfondendo e problematizzando alcuni nodi non ancora sciolti della storia recente italiana.
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