A Jerushalajim, in una notte del mese di Nizan il Procuratore Póntius Pilátus favorisce la fuga di un modesto mago, tale Jéshua Ha-Nósri, che il Sommo Sacerdote Qájpha vorrebbe crocifisso.
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Il Procuratore fatica a distinguere tra i tanti esaltati che percorrono le polverose strade della Iudaea ma ha capito che Jéshua è un uomo mite e che nel bisogno di sangue di Qá-jpha c'è qualcosa di oscuro cui decide di resistere. Da qui si dipana il fitto racconto di un trentennio di avventure sotto il regno di quattro imperatori romani, innervato nel nascente, torbido e misterioso mondo dei cristiani. Un romanzo d'amore, amicizia e speranza, disseminato di delitti, intrighi e tradimenti per raccontare la tenace lotta di pochi contro una menzogna inconfessabile. Il punto di vista della narrazione è quello di due personaggi apparentemente antitetici, Pilátus e Jéshua, accomunati tuttavia da un destino che ne fa gli inconsapevoli cronisti di un'epoca multiforme, ricca di speranza e superstizione, esuberante di vita e passione così come di dolore e morte.