Questa raccolta è un esemplare, coinvolgente, trancio di vita degli anni Settanta. L’Autore adotta un linguaggio/specchio e uno stile davvero riuscito per raccontare una realtà frammentata eppure desiderosa di essere “storia”. Come osserva Nino Di Paolo nella Prefazione: «Lontanissimo, in noi, ciò che avvenne dieci anni fa, quasi presente quello che fu vissuto venti o trent’anni prima.
[...]
Questa è la più immediata sensazione avuta durante la lettura di Sincronaca di Carlo Penati. Cosicché la prima domanda è stata: “Accade a tutti così? a tutte le generazioni? oppure c’è stato qualcosa di veramente speciale in quel decennio che furono gli anni Settanta?” La sensazione di un “quasi presente nonostante…” è “personale” o “politica”? Quesito (rispetto a quegli anni e “a posteriori”) senza risposta, mentre allora la risposta era chiara anche se, purtroppo, per molti, non maturata ma accettata quasi come dogma.»