Dopo il comunismo e il capitalismo, oltre Karl Marx e Adam Smith c'è la vera alternativa: il "comune", ovvero il bene comune. Insieme di conoscenze, linguaggi, affetti, energie, mobilità e natura, questo patrimonio generale è ciò a cui deve tendere la moltitudine se vuole modificare davvero, dalle radici, l'impero economico odierno.
[...]
Non attraverso l'insurrezione armata o la violenza sovversiva. Ma con una serie di pratiche che mira a restituire alle masse quello che appartiene loro di diritto, da sempre: la sovranità. In questo ultimo capitolo della trilogia inaugurata da "Impero" e proseguita con "Moltitudine", Michael Hardt e Antonio Negri delineano un modo rivoluzionario di pensare la nostra epoca, completando un'opera destinata a essere per il XXI secolo ciò che il "Capitale" è stato per il XX. Dalla critica alle teorie del fascismo globale alla marginalizzazione umiliante delle classi produttive, dalle contraddizioni del sistema mondiale alla fine progressiva della funzione del capitale, dal fallimento dell'uni-lateralismo alla crisi che fa ormai da sfondo alla nostra vita, gli autori ci guidano in un percorso in cui modernità e tradizione, passato e futuro convivono.