Jean-Baptiste-Siméon Chardin (Parigi 1699-1779) ancora giovanissimo diviene professore di accademia, indirizzando la propria attività sulla natura morta. È in questo genere – sia nella pittura sia nel pastello – che raggiunge il successo, con le sue composizioni di animali, fiori, oggetti e poi con personaggi in posa in un’incantata dimensione al tempo stesso astratta e realistica.
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La poesia del quotidiano diviene la sua cifra e nel suo repertorio si affollano col tempo lavandaie, vivandiere, massaie, bambini che giocano. A questo fondamentale protagonista dell’arte europea del Settecento è dedicata una grande mostra a Ferrara. Lucas Cranach il Vecchio (Cronach, 1472 - Weimar 1553), con Dürer e Altdorfer è tra i massimi esponenti della scuola danubiana – caratterizzata da un naturalismo vigoroso – e della pittura tedesca cinquecentesca in generale. Stabilitosi a Wittenberg nel 1505, diviene pittore di corte dell’Elettore di Sassonia e amico personale di Lutero. La sua produzione attraversa tutti i mutamenti connessi al passaggio dal cattolicesimo al protestantesimo, nei soggetti come nei contenuti ideologici, trascolorando dalle pale d’altare alle storie bibliche, alle figure profane, ai soggetti storici, al ritratto, fino al nudo allegorico. All’artista è dedicata, in questo autunno, una grande mostra romana.