Il percorso creativo di Enrico Baj coniuga il piacere ludico (ovvero il piacere di stupirsi e di stupire il prossimo) a una severa disamina della società che ci circonda e che sembra continuamente attirata da una masochistica vocazione per la catastrofe.
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È il 1951 quando il maestro milanese fonda con Sergio Dangelo il movimento nucleare con il pensiero rivolto al De Rerum Natura di Lucrezio e al rischio di catastrofe atomica che incombe sul nostro pianeta appena uscito dalla guerra. Le sue opere di quegli anni evocano un mondo devastato dall'immane tragedia e propongono un day after che ha cancellato l'umanità o l'ha trasformata in un rinnovabile incubo. Da qui, attraverso i caustici "generali" e le frivole "dame" si arriva all'ultimo, coloratissimo periodo delle "maschere tribali" e dei "totem" in cui l'"objet trouvé" partecipa appieno al gioco compositivo dell'artista. La monografia si articola in sette sezioni (Il movimento nucleare, I primi collage, Le montagne, I generali, Le dame, Da me, Le maschere) e raccoglie 57 opere eseguite a partire dal 1951 fino alla fine degli anni '90, periodo in cui i concetti di "materia" e "figura", che avevano precedentemente interessato l'elemento pittorico, danno vita alle "maschere tribali" e ai "totem", in cui la pratica del "ready made" diventa l'ennesimo pretesto per una disamina dei comportamenti umani, capaci di mescolare nello stesso tempo una tecnologia sempre più sofisticata ad atteggiamenti regressivi.