Amalia Bagnacavalli è nata e cresciuta nelle colline intorno a Bologna e come tutta la sua gente è oppressa da una miseria atavica. Per aiutare la famiglia prende a balia una bambina dell'orfanotrofio cattolico, dalla quale contrae la sifilide.
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Anziché accettare con rassegnazione la sua sorte (comune a centinaia e centinaia di balie in Italia), Amalia si rivolge a un ambizioso avvocato, Augusto Barbieri, che intenta una causa di risarcimento. Serviranno dieci anni prima della storica sentenza che rende giustizia a una semplice contadina contro un'istituzione potente come il Corpo Amministrativo Centrale degli Ospedali e il suo presidente, il conte Isolani. A beneficiarne sarà solo l'avvocato, ma la vicenda di Amalia passa alla storia come un esempio rivoluzionario delle lotte di classe che animano l'Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento.