Da De Quincey a Ginsberg, passando per Coleridge, Baudelaire, Maupassant, Bulgakov, Junger, Benn, Cocteau, Burroughs, Kerouac, la droga come tramite per esaltare la creatività artistica ha avuto innumerevoli teorici e sperimentatori.
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Il seminario propone un'analisi problematica del 'testo drogato', pur limitata ad alcuni autori, suggerendo spunti di riflessione sui risultati comunicativi, sulle interpretazioni letterarie del fenomeno sociale dell'uso degli stupefacenti, sulle trasfigurazioni autobiografiche nella ricerca di spazi illusori di libertà, tentando altresì l'ardua operazione di precisare i contorni antropologici della "letteratura drogata", i suoi valori, i suoi limiti, per ricercare un contributo di conoscenza «dell'intimità dei fatti umani» che presiedono al fenomeno della tossicità di masse giovanili.