Nel secondo dopoguerra si sviluppa in Italia una diffusa attività di ricerca non accademica legata al bisogno di comprendere la realtà sociale di quegli anni, in profondo mutamento, e soprattutto la condizione delle classi subalterne. Si studiano così i contadini, le comunità locali, gli emigranti meridionali e veneti, gli immigrati nelle grandi città industriali.
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Il metodo è quello dell'inchiesta, dove ricerca e pratica sociale, lavoro scientifico e impegno per un radicale cambiamento sociale si intrecciano. La pratica dell'inchiesta, ponendo in primo piano la condizione umana e la soggettività delle persone, analizzate nella loro quotidianità, mette a confronto l'approccio dello studioso con il punto di vista espresso direttamente dai soggetti interessati.