Italo Calvino inviato in una pittoresca vallata nei dintorni di Düsseldorf interroga l'uomo di Neanderthal sui motivi di tanto fama inattesa; Edoardo Sanguineti si imbatte al telefono in Francesca da Rimini e la scambia per la centralinista del secondo cerchio dell'Inferno; Umberto Eco si risolve a penetrare nell'animo del presidente dell'Associazione mutilati di guerra della repubblica romana, Muzio Scevola, e viene accolto così: Ave! Morituri te salutant! Erano i primi anni settanta e negli studi radiofonici succedevano cose del genere quando la Rai rivolgeva ad alcuni tra i maggiori scrittori italiani il singolare invito a incontrarsi, davanti a un microfono, con personaggi celebri vissuti cento, mille o duemila anni fa. Alle risposte da loro immaginate presteranno la voce attori come Carmelo Bene, Paolo Poli, Laura Betti, Romolo Valli, Paolo Bonacelli, e la serie delle "Interviste impassibili" diventerà un piccolo classico, replicata più volte e sempre ricordato come esempio di una condizione ideale di libertà creativa. Riuniti per la prima volta in un volume, i testi delle ottantadue "Interviste impossibili" si dimostrano una straordinaria exemplum della letteratura italiana degli anni settanta firmato dai suoi più autorevoli rappresentanti: da Calvino a CamilIeri, da Arbasino a Eco, da Sanguineti a Malerba, da Ceronetti a La Capria, per citarne solo alcuni.