Come è possibile che Dio nell'Incarnazione abbia assunto l'umanità senza offendere la sua divinità? Per quale motivo era necessario che Dio diventasse uomo per salvare gli uomini, se poteva scegliere una strada più semplice e conforme alla sua onnipotenza? Sono le domande che i discepoli del monastero di Bec pongono ad Anselmo (1033-1109).
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In risposta a questi interrogativi sul mistero dell'Incarnazione, Anselmo compone il Perché Dio uomo?, opera redatta in forma di dialogo tra l'Autore e il discepolo Bosone e articolata in due libri di diversa lunghezza che, insieme alla Lettera sul mistero dell'Incarnazione, risulta centrale per la comprensione della dottrina cristologica e soteriologica anselmiana. Poiché l'intento è quello di farsi comprendere non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei, musulmani e da persone colte ma non credenti, Anselmo si propone di dimostrare le verità di fede attraverso il ricorso alla sola ragione, unico "luogo" in cui i credenti e non possono ritrovarsi. Benché espressione di un'epoca ormai lontana, il Perché un Dio uomo? risponde ad una domanda centrale e imprescindibile della nostra fede e per questo può offrire ancora oggi spunti significativi di riflessione.