Sono tempi difficili, signori miei. Tempi di merda, si potrebbe sentenziare con l’efficace sintesi della satira. Tempi in cui non solo i corvi volteggiano oltre Tevere, ma pure gli sciacalli si moltiplicano in ogni dove.
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Del resto, l’aveva profetizzato financo Maurizio Gasparri, fu ministro delle Comunicazioni (eggià, non ci siamo proprio fatti mancare niente): «Vauro e Santoro non sono che due volgari sciacalli». Confronto a quel che si vede in giro di questi tempi – in economia, in politica, e perfino nei sacri palazzi – quelle due povere bestiole fan quasi tenerezza, non c’è che dire. Impenitenti, sarcastici, ironici, velenosi, ma anche inaspettatamente poetici: gli scritti e i disegni satirici di Vauro riverberano il suo sguardo graffiante sul pantano nostrano e internazionale. Se avete fatto le ore piccole pur di non rinunciare al piacere liberatorio del pennarello di Vauro a Servizio Pubblico, se avvertite il bisogno di un prontuario di resistenza umana per non affogare nell’onda di melma che ogni giorno ci sommerge sempre più, questo è il libro che aspettavate. Un concentrato di pensieri, parole e disegni, corrosivo antidoto al peggio che avanza.