Nella Firenze degli anni cinquanta dell'Ottocento, la città culturalmente più libera di un'Italia ancora in via di unificazione, sorge il Caffè Michelangelo, luogo di ritrovo di artisti e intellettuali d'avanguardia e cuore pulsante di uno dei più radicali cambiamenti della storia dell'arte europea.
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È qui, nella "stanza degli artisti", che si pongono le basi per la rivoluzione macchiaiola: sull'esempio della pittura di paesaggio della scuola di Barbizon, i pittori del Michelangelo escono en plein air e trasformano la macchia da mezzo preparatorio a strumento per restituire su tela il vero, anticipando le ricerche degli impressionisti francesi. Ma la rivoluzione macchiaiola non si è espressa solo nella pittura di paesaggio: il tema di genere e quello storico sono un altro campo di sperimentazione, che si nutre di un'epopea - quella del Risorgimento - cui i pittori stessi partecipano non solo dipingendone gli episodi, ma anche partendo per il fronte. Pubblicato a corredo della mostra autunnale alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia, il volume presenta oltre settanta opere provenienti da prestigiosi musei e collezioni private firmate dai principali esponenti del gruppo dei Macchiaioli quali Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Vincenzo Cabianca, Adriano Cecioni, Giuseppe Abbati e molti altri.