Macadàm è un romanzo on-the-road alla rovescia. È la storia di un cantoniere (figlio di cantoniere), che per una quarantina d’anni non si muove mai dalla sua casa. Il perno attorno a cui ruotano le vicende narrate è una cantoniera dell’ANAS della S.S. n. 16 Adriatica, in località detta Il Curvone, nel tratto costiero con cui la via Flaminia va a congiungersi con la via Emilia.
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Fedele alla deontologia della sua missione civile, il cantoniere Gengoni Selvino percorre e controlla ininterrottamente, avanti e indietro, il “suo” tratto di Nazionale, tenendo sempre gli occhi ben aperti, per cui diventa testimone dei grandi fatti che la Storia del XX secolo (e degli inizi del XXI) gli srotola davanti: alcuni dei quali realmente accaduti, altri inventati di sana pianta. Il finale a sorpresa non esclude in filigrana né un possibile lieto fine né un’eventuale ripresa narrativa. Il soprannome del cantoniere e di suo padre (ma non del figlio) è Macadàm.