Nate per insegnare agli Italiani come si debbano interpretare i miti, facendo ricorso a tutte le doti di intelligenza e di fantasia che si possiedono, le Operette morali di Leopardi sono un libro per il Liceo.
Lo sono innanzitutto storicamente perché, fin da che è stato istituito, il Liceo è stato il luogo in cui avviare gli studenti alla conoscenza dei classici della letteratura italiana.
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Le Operette morali sono un libro per il Liceo ancora oggi, all'epoca in cui viene declinando la televisione ed emergendo internet.
Questi due canali di comunicazione, per diverso tempo in bilanciata contrapposizione tra loro, offrono oggi opportunità che vanno sempre più diversificandosi. La televisione, che ha quasi sostituito il vecchio focolare domestico sul quale un tempo si appuntavano gli occhi dei bambini che si addormentavano ascoltando favole e ninne-nanne, offre appunto miti, sogni che divertono e spesso incantano e che perciò andrebbero interpretati e non scambiati per la realtà, anche se la realtà pretendono di rappresentare e riprodurre. Internet spinge il "nauta" a cercare, gli apre vie che si snodano l'una dietro l'altra per le più diverse associazioni di idee, che vanno dalla similarità al contrasto e che il navigatore intelligente fa presto a vedere come risorse proprie, che gli servono a guidare lo strumento di cui si avvale. Ne segue che lo studente, che oggi frequenta le nostre scuole, trova in questi due strumenti che normalmente usa due esempi di comportamento mentale, l'uno di fruitore tendenzialmente passivo di un messaggio, l'altro di fruitore tendenzialmente attivo, che partecipa alla costruzione del messaggio stesso, specie quando il percorso seguito lo conduca all'acquisto dell'informazione che si cercava.